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Le consulenze senza visita: valgono la vita?

By : on : July 10, 2019 comments : (Comments Off on Le consulenze senza visita: valgono la vita?)

Nell’era di internet è abbastanza normale ricevere ogni giorno decine di richieste di consulenza medica attraverso i social  network o la posta elettronica: si tratta, di solito, di persone mai incontrate in visita che cercano aiuto descrivendo minuziosamente la propria situazione medica e chiedendo “solo un parere o un consiglio” (questa è la formula più usata). In alcuni casi la richiesta riguarda altri: si descrive il caso e si afferma che il parere medico riguarderebbe la moglie, la figlia, la sorella o un’amica. I più meticolosi allegano sequenze fotografiche che illustrano gli esami eseguiti.

Sono un chirurgo e di solito rispondo che è impossibile rilasciare una prescrizione senza vedere direttamente la paziente, ma il problema è più complesso. Al di là delle ovvie limitazioni legate alla privacy (come faccio a sapere che chi scrive sia davvero la persona interessata, come posso essere certo che un consulto richiesto per altri abbia l’autorizzazione della paziente?), ciò che mi stupisce è la facilità con cui si decide di diventare “numeri senza volto”.

Un’accusa mossa ai medici è che tendano a massificare, a spersonalizzare, a trattare i pazienti come se fossero numeri: non concordo con questa visione perché non mi capita mai di considerare numeri le donne che visito e opero, ma comprendo le ragioni per questa lamentela un po’ generica. Il fatto è che i messaggi di richiesta di consulenza senza visita sono esattamente questo: rendersi numeri, voci e parole senza volto e senza individualità. La salute e la malattia non stanno solo nei referti e nelle immagini degli esami! Come è possibile sottoporre i propri dati medici a qualcuno che non è seduto di fronte a noi, che non ci guarda negli occhi, che non visita il nostro corpo prima di stabilire quale chirurgia sia utile e perché?

Quando visito non bado solo a prescrivere un intervento: mi interessa comprendere quali emozioni, quali dubbi, quali domande si nascondano dietro il colloquio, nelle pause, nei silenzi. Voglio conoscere ogni singola paziente per come è: unica e speciale. Solo così riesco a prescrivere farmaci e interventi chirurgici, che eseguirò sapendo esattamente quale incisione, quale tecnica, quale riabilitazione siano migliori.

La consulenza lanciata nello spazio anonimo del Web non è una buona idea: genera errori, fraintendimenti, confusione. Siamo sicuri di volere essere numeri senza volto?

alberto

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