Una domanda che spesso mi viene rivolta è come mai si debbano operare anche i linfonodi che si trovano nell’ascella in un caso di tumore al seno. La considero una domanda più che legittima, e anche logica. Nella mia professione di chirurgo senologo è molto importante che le donne che opero mi pongano tutte le domande che vogliono, per chiarirsi le idee e per partecipare attivamente e consapevolmente al cammino delle cure.
Il tumore del seno ha la capacità di crescere nel luogo dove è nato e di spostarsi attraverso la migrazione delle sue cellule per due vie: la via del sangue e la via della linfa. Intorno a un tumore al seno, anche piccolo, ci sono sempre microscopici vasi sanguigni e vasi linfatici: sono queste le vie che le cellule del tumore, in microaggregati che comunque ne contengono milioni, usano per diffondersi nel resto del corpo.
La via del sangue si studia con un metodo istologico dopo l’asportazione del tumore: l’invasione vascolare peritumorale indica la presenza di vasi sanguigni con cellule tumorali dentro, non è una garanzia assoluta ma si considera un fattore utile per valutare l’aggressività del tumore.
La via linfatica si studia asportando alcuni linfonodi che si trovano nell’ascella. Conosciamo le distribuzioni anatomiche dei vasi linfatici della zona pettorale e le loro stazioni intermedie (i linfonodi): l’ascella è una delle preferenziali per la diffusione linfatica di un tumore nato nel seno. Ne esistono altre, che però non possono essere analizzate con un intervento senologico e vengono considerate in un altro modo nella decisione terapeutica.
L’intervento classico che abbiamo sempre eseguito per studiare lo stato dei linfonodi si chiama dissezione ascellare: asporta tutti i linfonodi dell’ascella per un esame istologico. Da anni, però, si preferisce (ogni volta che è possibile) asportare il cosiddetto linfonodo sentinella, cioè il primo linfonodo che riceve la linfa dall’area del tumore. Si localizza questo linfonodo con una centratura particolare che usa un tracciante debolmente radioattivo non pericoloso per la paziente. Se il linfonodo sentinella è sano (analisi istologica) è possibile non togliere tutti gli altri linfonodi ascellari, altrimenti è bene asportarli. In questo modo si garantisce una conoscenza ottima dello stadio della malattia senza la necessità di procedure chirurgiche estese.
Negli anni recenti gli studi sull’importanza dei linfonodi nella progressione del tumore ci hanno motivato a rivedere la questione del coinvolgimento del linfonodo sentinella, e a decidere di evitare la dissezione ascellare in casi appropriatamente selezionati anche se il linfonodo sentinella contiene qualche cellula tumorale. La chirurgia dei linfonodi sta diventando così sempre più mirata.
Qual è lo scopo dell’asportazione chirurgica di linfonodi ascellari nel tumore al seno? La conoscenza dello stato di progressione della malattia per via linfatica e la decisione sulle cure da adottare dopo l’intervento chirurgico.